Con l’incontro con i referenti chiamati ad animare il Cammino sinodale sul territorio – che si è tenuto online il 28 ottobre – è entrato nel vivo il primo anno del percorso dedicato all’ascolto. “È tempo di far emergere i frutti che lo Spirito ha seminato nel cuore di tanti, specialmente durante la pandemia”, ha affermato Mons. Erio Castellucci, Arcivescovo Abate di Modena – Nonantola, Vescovo di Carpi e Vice Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ricordando che “non si tratta di aggiungere qualcosa, ma di modellare ciò che già facciamo in maniera sinodale”.
Del resto, “non dobbiamo scordare che il Cammino sinodale è un evento dello Spirito, qualcosa di work in progress da costruire insieme”, ha avvertito Mons. Valentino Bulgarelli, Direttore dell’Ufficio Catechistico Nazionale e sottosegretario della CEI, per il quale “si sta facendo la storia della Chiesa che è in Italia”.
Occorre “capire come camminiamo insieme, raccogliere le esperienze fatte e rileggerle”, ha aggiunto da parte sua padre Giacomo Costa, Direttore di Aggiornamenti Sociali e consultore della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, evidenziando che il percorso nazionale si innesta in quello del Sinodo universale.
Proprio per armonizzare i due cammini, sono state elaborate le “Linee metodologiche” che ripercorrono la proposta del Vademecum e sei schede che rappresentano esempi di percorsi pensati per destinatari diversi. Si tratta di tracce, di “provocazioni volte a liberare la creatività e l’intelligenza delle situazioni”, che vogliono “suscitare il protagonismo delle Chiese locali” per “realizzare una consultazione ampia e integrata, raggiungendo tutte le persone con cui condividiamo il cammino della vita”, ha spiegato Giuseppina De Simone, Docente alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale – Sez. San Luigi Napoli. “Ogni scheda – ha annunciato – si compone di una citazione dell’Evangelii Gaudium, della presentazione dei destinatari, delle linee metodologiche da seguire, delle domande che traggono spunto da quelle proposte dal Sinodo universale e che sono state riadattate al contesto italiano”.
Di fondamentale importanza sarà dunque il lavoro dei referenti del Cammino sinodale che “dovranno essere punti di riferimento per le comunità locali, capaci di collegare, chiarire, lavorare insieme, coinvolgendo e motivando”, ha osservato Pierpaolo Triani, Docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. “Dovranno – ha continuato – saper organizzare, formare e condurre, ma soprattutto ascoltare le difficoltà e saperle raccogliere, senza avere l’ansia di dover ottenere dei risultati”.
Tutti gli strumenti testuali e video per l’animazione sul territorio saranno disponibili sul sito che cercherà di veicolare “una nuova idea di comunicazione”, ha rilevato Vincenzo Corrado, Direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della CEI. “Puntiamo – ha ribadito – a uno stile di comunicazione integrato, perché la visione ecclesiale non continui a essere letta e interpretata in settori distinti; integrale, perché si è parte di una grande comunità; inclusivo, perché nessuno deve essere escluso dalle comunità”