Seconda Assemblea Sinodale

Dal diario di don Franco Assemblea Sinodale Ultimo Giorno

Ex Seminario: Vico Equense  4 aprile 2025   Ore 11.50

Ieri mattina si è conclusa l’assemblea sinodale a Roma in un modo imprevisto e sorprendente. Ho aspettato che passasse un po’ di tempo prima di raccontare quanto accaduto, subito ripreso dalla stampa con le più differenti interpretazioni. Dico subito che io ho vissuto un momento di grande stupore e una concreta esperienza di sinodalità.

Non era scontato l’esito dell’assemblea. Fin dall’inizio le reazioni erano state chiare e numerose. Il testo presentato per l’approvazione finale non corrispondeva al lavoro fatto, né nella forma e neppure nei contenuti. Tuttavia vi abbiamo lavorato intensamente nei gruppi, offrendo non solo i miglioramenti che ci erano stati richiesti ma soprattutto gli emendamenti in numero superiore a quanto era stato previsto. Addirittura in diversi gruppi sono state apportate modifiche, tagli, aggiunte di nuove proposizioni. Insomma la raccolta del materiale prodotto dai delegati ha modificato sostanzialmente il testo. Come approvarlo?

Ed ecco la sorpresa, gradita e accolta. In aula Paolo VI ieri mattina abbiamo ascoltato un primo veloce resoconto dei risultati dei gruppi, prendendo atto del grande lavoro svolto nelle due mezze giornate a disposizione. C’è stata poi offerta la lettura di quanto accaduto, per evitare illazioni malevoli già in circolo e condividere il percorso. Un errore di valutazione dei tempi e soprattutto il desiderio di offrire all’assemblea delle proposizioni essenziali per facilitare le votazioni hanno prodotto il testo che abbiamo avuto tra le mani e che abbiamo in stragrande maggioranza valutato totalmente insoddisfacente. 50 proposizioni, stringate al massimo e senza nessun riferimento al cammino svolto in questi intensi e fecondi quattro anni di lavoro nelle diocesi, non rendono ragione di ciò che è emerso. Non vi abbiamo ritrovato la Chiesa che vogliamo costruire per il prossimo futuro. Sarà necessario prenderci altro tempo, anche per maturare un consenso più ampio su quelle questioni ancora bisognose di approfondimento, dalla piena valorizzazione della donna alle persone LGBTQ+, dagli organismi di partecipazione alla conduzione sinodale delle comunità, dai temi della pace a quello importantissimo della cultura.

La mozione, approvata da quasi tutti delegati, riconosce che il lavoro deve continuare con la riscrittura del testo, tenendo conto di tutto il materiale raccolto fino ai giorni scorsi e inserendo esplicitamente il nostro itinerario nel cammino di ricezione del Sinodo universale sulla sinodalità come richiesto direttamente da Papa Francesco. La convocazione per la fine di ottobre, sabato 25, di una terza assemblea sinodale si inserisce nel giubileo delle equipe sinodali previsto in quei giorni a Roma e ci permetterà di votare finalmente un testo più ampio e completo, per poi consegnarlo ai vescovi ai quali spetta il discernimento finale nell’assemblea CEI rimandata da maggio a novembre. Non era mai successo e non è da leggere quasi fosse la vittoria dei laici sulla gerarchia, come voci malevoli hanno voluto presentare. Al contrario, è l’esercizio impegnativo e fruttuoso della sinodalità, che stiamo tutti imparando a praticare, nell’ottica della comunione e non della pura dialettica maggioranza e minoranza.

Rientrato in diocesi, avverto gioia e pace. Anzi entusiasmo profondo e fiducia per il cammino futuro. Anche dagli errori si può imparare a camminare insieme quando piuttosto che cedere alla tentazione di prevalere gli uni sugli altri, ci apriamo al soffio dello Spirito e ci lasciamo guidare dalla sua azione, che crea armonia anche là dove tutto ci sembra precipitare nel disordine. È la Chiesa del Concilio, che raccoglie i frutti di una lunga semina e prepara il terreno per la missione che le viene affidata. Si tratta dunque di continuare il cammino insieme, senza escludere nessuno, perché ”la  gioia sia piena”!

La mozione votata dall’Assemblea

Le priorità individuate dai gruppi di lavoro

L’intervento di Mons. Castellucci

L’omelia del Card. Zuppi